Reati presupposto 231: che cosa sono?
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Reati presupposto 231: che cosa sono?

Tra le più importanti novità introdotte dal D.Lgs. 124/2019, successivamente modificato e trasformato nella Legge n. 157/2019, c’è l’introduzione del concetto dei reati presupposto, per perseguire la responsabilità degli enti. In questo quadro di riferimento, vale anche la pena ricordare la Direttiva 2017/1371/UE sulla lotta contro la frode che lede gli interessi economici dell’UE, attraverso il diritto penale (Direttiva PIF), approvata il 5 luglio 2017. I reati presupposto sono definiti come qualsiasi reato che comporta la generazione di proventi.

I criminali che commettono reati presupposto sono fortemente motivati a massimizzare i profitti, quindi la premessa alla base delle misure antiriciclaggio è individuare questi criminali analizzando il loro comportamento finanziario.

Che cosa sono i reati presupposto?

Un reato presupposto è un reato che rappresenta una condizione per la quale possono realizzarsi ulteriori reati. In altre parole, è un prerequisito per commettere un altro reato. Può includere reati che possono creare diverse forme di responsabilità. In un contesto finanziario, il reato presupposto sarebbe qualsiasi reato che genera proventi monetari. Il reato più grave sarebbe il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo.

Chi può commettere i reati presupposto secondo ex d. l. 231 2001?

A commettere i reati presupposto sono dei soggetti specifici, che possiamo sintetizzare in questo modo:

  • Una persona fisica che esercita funzioni di rappresentanza, amministrazione, direzione o controllo su un ente o un’area organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale ed esercita (anche di fatto) la direzione e il controllo dell’ente stesso;
  • Persone fisiche che si occupano di amministrare o vigilare;
  • Una persona fisica che svolge attività in nome e per conto di un ente.

 

Per scongiurare determinati comportamenti criminosi, ci viene incontro il d.l 231/2001, che all’art. 6 comma 2 indica le caratteristiche del modello di gestione da seguire:

  • Individuazione delle attività a rischio, nel cui ambito possono essere commessi reati;
  • Previsioni di specifici e cadenzati controlli;
  • Fissazione della modalità di gestione delle risorse finanziarie al fine di impedire la commissione di fatti penalmente illeciti;
  • Previsione di obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sull’applicazione e sul rispetto delle regole poste dal modello organizzativo;
  • Applicazione di sanzioni disciplina nel caso di elusione o violazione del modello di gestione

Reati presupposto 231: alcuni esempi

L’art. 648 del codice penale, ovvero il reato di ricettazione, è emblematico per far comprendere il peso dei reati presupposti. In poche parole, il delitto di acquisto, accettazione oppure occultamento di cose di provenienza criminale a vantaggio proprio o di altri, si basa proprio sul reato presupposto.

Per esempio, qualcuno che acquista prodotti in un mercato illegale in cui vengono venduti beni rubati, può essere perseguito per ricettazione. Sapeva infatti benissimo che la merce esposta era un altro reato, cioè il furto, senza regolare scontrino fiscale e la rivendita era dunque abusiva. In tal caso, il reato di ricettazione è definito reato presupposto. Ma non solo, quando acquistiamo musica, video e qualsiasi proprietà intellettuale che non sia originale, stiamo commettendo una chiara frode la cui premessa è la pirateria e il furto di copyright. Infatti, potrebbe essere perseguito penalmente chiunque utilizzi denaro per acquistare merce contraffatta o rubata, laddove l’originario reato di plagio e/o furto costituirebbe un reato presupposto.

Quali sono i reati presupposto di responsabilità amministrativa dell’impresa?

Il termine “reato presupposto” è solitamente utilizzato per descrivere attività che coinvolgono denaro, riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Le categorie designate di reati presupposto sono le seguenti:

  • Frode
  • Terrorismo
  • Falsificazione di monete
  • Contraffazione e pirateria di prodotti
  • Reati ambientali
  • Omicidio, lesioni personali gravi
  • Sequestro di persona, sequestro illegale e sequestro di ostaggi
  • Rapina o furto
  • Partecipazione ad una criminalità organizzata e racket
  • Tratta di esseri umani e traffico di migranti
  • Sfruttamento sessuale
  • Traffico illecito di sostanze stupefacenti e sostanze psicotrope
  • Traffico illecito di armi
  • Traffico di merce rubata e altro
  • Corruzione e concussione
  • Contrabbando; (comprese le dogane e accise e imposte)
  • Criminalità informatica
  • Reati tributari (connessi alle imposte dirette e imposte indirette)
  • Estorsione
  • Falso
  • Pirateria
  • Insider trading e manipolazione del mercato

 

Chi commette reati di questo tipo, va incontro a pene che potrebbero ledere l’economia della propria attività. Le possibili sanzioni per gli enti che svolgono attività criminose di questo tipo sono:

  • Pecuniarie;
  • Interdizione dall’esercizio dell’attività;
  • Sospensione o revoca di autorizzazioni, permessi o concessioni concorrenti alla commissione del reato;
  • Divieto di contrattare con le pubbliche amministrazioni, salvo che per l’espletamento di pubblici servizi;
  • Escludere benefici, prestiti, donazioni o sovvenzioni e può revocare quelli concessi;
  • Divieto di pubblicità di beni o servizi;
  • Confisca;
  • Pubblicazione delle sentenze.

 

Ricordiamo che il Modello 231 non è obbligatorio, ma il rischio per chi non lo compila è molto alto. Ecco perché è importante affidarsi a un team di esperti come in Bluen. Con il monitoraggio continuo della presenza, i professionisti possono essere certi che tutti i punti siano monitorati e che la conformità venga mantenuta nel tempo.

Chi risponde dei reati 231?

Il decreto legge n. 231/2001 disciplina la responsabilità amministrativa delle società, delle persone giuridiche e delle associazioni prive di personalità giuridica. Ciò significa che, oltre alle persone fisiche, risponde penalmente dei Reati 231 anche l’ente/società nel suo complesso, qualora i dirigenti e/o i dipendenti commettano reati nell’interesse della società. La normativa riguarda tutte le società, indipendentemente dalle loro dimensioni o dall’attività dei loro membri.

La legge prevede che la responsabilità dell’ente sia determinata da un giudice penale che può far eseguire pene molto diverse, che vanno dalle sanzioni pecuniarie al fallimento dell’ente, dalla cancellazione del registro delle imprese alla confisca degli utili, fino alla possibilità di decadenza del contratto con la pubblica amministrazione. Bluen vuole affrontare questa situazione proponendo un nuovo servizio, attraverso il nostro team di professionisti. I vantaggi di cui le aziende possono usufruire sono molteplici:

  • Evitare sanzioni pecuniarie;
  • Evitare l’applicazione di sanzioni interdittive;
  • Migliorare l’organizzazione interna dell’azienda e ottimizzare la ripartizione delle responsabilità;
  • Maggiore tutela per amministratori, amministratori delegati e azionisti.

 

Che aspetti? Contatta Bluen e richiedi ulteriori informazioni sul servizio.

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