autoriciclaggio modello 231
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Reato di autoriciclaggio modello 231: un’analisi approfondita

Quando chi ricicla è anche autore di un reato dai quali provengono denaro o merci, si parla di autoriciclaggio. Il reato di autoriciclaggio è stato introdotto solo di recente nel nostro ordinamento, grazie alla Legge 15 dicembre 2014, n. 186, per punire coloro che autoriciclano per ottenere proventi dal reato.

Prima dell’introduzione di questo reato, il diritto penale italiano puniva solo il reato di riciclaggio di denaro. La differenza principale rispetto al riciclaggio di denaro è che l’autore può solo riciclare denaro senza commettere il reato presupposto, nell’autoriciclaggio chi ricicla è anche l’autore del reato da cui provengono i soldi o i beni.

Come prevenire il rischio di autoriciclaggio nel sistema 231: una panoramica

Sembra oramai accettato che i Modelli organizzativi 231 dovrebbero oggi essere implementati anche con procedure che impongono regole sulla gestione contabile/amministrativa/fiscale delle società, valutando la rischiosità fiscale. Peraltro, già l’art. 6 della L. 23/2014 ha previsto che le imprese di maggiori dimensioni debbano costituire appositi sistemi di gestione, con una chiara attribuzione di responsabilità nel sistema dei controlli interni.

In altri termini la gestione del rischio appare un fattore imprescindibile dell’operatività aziendale, non solo a livello di compliance, ma anche in ambito strategico. È quanto mai opportuno che gli enti già dotati di Modelli organizzativi 231 valutino se implementare le procedure di controllo esistenti, ovvero assumere decisioni in ordine alla necessità di progettare sistemi di controllo nuovi, non essendo quelli esistenti sufficienti a mitigare in modo accettabile il rischio di autoriciclaggio. In tal senso è utile aggiornare i propri Modelli 231 con protocolli di prevenzione dell’autoriciclaggio e dei nuovi reati societari.

La gestione efficace del rischio di autoriciclaggio nel sistema 231: strategie e strumenti

Al fine di porre forti presidi di prevenzione non solo dell’autoriciclaggio e 231, ma anche di altri reati che hanno un ritorno sulla 231/2001, esistono diverse occasioni che potrebbero risultare perfette per definire nuove procedure per una corretta compliance contabile/fiscale. Infatti, è importante ricordare che potrebbero esserci condotte rilevanti tanto sotto un profilo penal-societario, quanto sotto un profilo penal-tributario, oltre che integranti l’autoriciclaggio: di conseguenza, sarebbe sicuramente utile predisporre protocolli specifici di prevenzione del rischio fiscale, in modo tale da prevenire le sanzioni a carico della società per il reato di autoriciclaggio e per altri reati societari.

Il ruolo dell’Organismo di Vigilanza nella prevenzione dell’autoriciclaggio nel sistema 231

Al fine di individuare il ruolo dell’Organismo di Vigilanza per far fronte al reato di autoriciclaggio, occorre fare riferimento alle previsioni contenute nel d.lgs. 231/2001. Poiché l’art. 25-octies contempla tra i suddetti reati la ricettazione (art. 648 c.p.), il riciclaggio (art. 648-bis c.p.), l’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.) e l’autoriciclaggio (art. 648-ter.1, c.p.), l’OdV partecipa all’attività di prevenzione degli stessi. L’Organismo di Vigilanza è titolare di obblighi di vigilanza sull’idoneità e l’adeguatezza del Modello 231, in modo da prevenire i cosiddetti reati presupposto. In particolare, si occupa di:

  • Verificare la conformità del Modello alle norme precauzionali antiriciclaggio
  • Verificare che il Modello 231 mantenga, nel tempo, la sua capacità preventiva e sia efficacemente attuato. A tal fine, quando vi è la necessità, promuove l’adozione di misure correttive e di aggiornamento
  • Verificare l’adeguatezza del sistema di segnalazione delle presunte violazioni
  • Verifica il rispetto delle procedure aziendali e dei protocolli adottati in attuazione del Modello 231 da parte delle funzioni coinvolte nei processi a rischio riciclaggio
  • Curare l’informazione e la formazione del personale sull’osservanza delle norme presenti nel Modello 231, con specifico riferimento alla sua funzione preventiva dei reati.

Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/2001 per l’autoriciclaggio: cosa prevedere nel modello organizzativo 231

Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/2001 si attuano soltanto se:

  • Si è in presenza di uno dei delitti previsti dai reati presupposto;
  • Il reato è stato commesso da da chi ricopre funzioni di rappresentanza, di amministrazione, di direzione, controllo o da un sottoposto;
  • il reato è stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente;
  • non è stato efficacemente adottato il Modello 231

 Autoriciclaggio 231: le sanzioni

Nell’ipotesi specifica dei delitti di ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio si applica all’ente la sanzione pecuniaria da 200 a 800 quote. (art. 25 octies del D.Lgs. 231/2001). L’ipotesi aggravata stabilisce che si applica la sanzione pecuniaria da 400 a 1.000 quote se il denaro, i beni o le altre utilità derivino da un reato punito con la reclusione fino a cinque anni. In caso di condanna, all’ente si applicano le seguenti sanzioni interdittive per un periodo non superiore a due anni:

  • interdizione dall’esercizio dell’attività;
  • sospensione, revoca delle autorizzazioni o concessioni;
  • divieto di contrattare con la P.A.;
  • esclusione, revoca di agevolazioni, finanziamenti, contributi;
  • divieto di pubblicizzare beni e servizi

Reato autoriciclaggio 231: i limiti di sanzionabilità per uso personale

E’ innegabile che se il denaro, i beni o le altre utilità sono solo per uso personale o godimento personale, la sanzione è difficilmente applicabile all’ente, perché secondo una chiara disciplina, l’ente risponde se il reato è a suo carico beneficio o profitto esclusivo. Pertanto, l’uso o il godimento personale del denaro, dei beni o delle altre utilità non sembra valido per l’ente a meno che non sia provato con estremo rigore che detto godimento o uso personale è evidente e non impedisce l’identificazione di fonti illegali di denaro, beni o altre utilità.

Prevenire il reato di autoriciclaggio: la piattaforma 231 Bluen

Bluen ha rivoluzionato il settore della consulenza, gestione e prevenzione grazie all’innovativa piattaforma 231. Con la piattaforma Bluen potrai migliorare l’accessibilità e la reattività che la tua azienda necessita per adattarsi all’ambiente tecnologico in costante evoluzione. Il software 231 Bluen è altamente flessibile e configurabile, garantendo preziose informazioni di controllo e una rapida esecuzione degli audit. Inoltre, Bluen ha adottato un approccio incentrato sul cliente, che si basa sulle tendenze del settore relative agli ecosistemi informativi, all’abilitazione tecnologica e al cambiamento. Il monitoraggio continuo del rischio è fondamentale per la salvaguardia della tua attività, indipendentemente dalla tipologia della tua azienda. Per saperne di più sulla piattaforma 231 di Bluen, contatta il nostro team esperto.

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